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Cosa dicono le leggi del mare?

Cosa sono le leggi del mare, diritto internazionale, norme

Il mare è sempre stato un simbolo di libertà, ma anche uno spazio da governare. Dietro la sua apparente immensità si nasconde un complesso sistema di regole che gli stati membri della comunità internazionale devono seguire per garantire sicurezza, equità e sostenibilità. Ma cosa dicono davvero le leggi del mare? E chi le ha scritte?

Il diritto internazionale del mare: cos’è e a cosa serve

Il diritto internazionale del mare è un ramo del diritto che regola l’uso e la gestione degli oceani, dei mari e delle acque costiere. Include norme su navigazione, sfruttamento delle risorse marine, tutela ambientale, salvaguardia della vita umana, pesca, ricerca scientifica e molto altro.

Questo insieme di regole nasce dalla necessità di evitare conflitti tra i singoli stati su temi strategici come il controllo delle risorse, la sicurezza dei confini marittimi e la protezione dell’ambiente marino.

Le origini: dalla Convenzione di Ginevra a Montego Bay

La prima grande codificazione del diritto marittimo risale alla Convenzione di Ginevra del 1958, che definì i principi base delle acque territoriali, della piattaforma continentale e dell’alto mare, ma in realtà il diritto marittimo ha origini antichissime che risalgono ai tempi dei Fenici, Greci e Romani.

Nel periodo moderno, è nel 1982, con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), firmata a Montego Bay, in Giamaica, che nasce il vero e proprio trattato globale tuttora in vigore.

Questa convenzione sul diritto del mare è considerata il pilastro del sistema giuridico marittimo mondiale. Dopo l’entrata in vigore nel 1994, ha stabilito con chiarezza quali diritti e doveri spettano a ciascuno stato costiero e come vanno gestite le diverse fasce marine.

Le zone marittime secondo la Convenzione delle Nazioni Unite

Uno dei punti centrali della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare è la suddivisione delle aree marine in base alla distanza dalla costa. Ogni fascia ha un diverso regime giuridico.

  1. Acque territoriali (fino a 12 miglia nautiche)
    In questa zona, lo stato costiero esercita sovranità piena, proprio come sul proprio territorio terrestre. Qui valgono le sue leggi, comprese quelle su pesca, ambiente e sicurezza. Tuttavia, altri stati hanno diritto al “passaggio inoffensivo” delle navi, cioè alla possibilità di transitare senza danneggiare gli interessi del paese costiero.
  2. Zona contigua (da 12 a 24 miglia nautiche)
    In questa fascia, lo stato può intervenire per prevenire violazioni alle sue leggi doganali, fiscali, sanitarie o migratorie, anche se non ha piena sovranità.
  3. Zona economica esclusiva (fino a 200 miglia nautiche)
    Qui entra in gioco un concetto fondamentale: la zona economica esclusiva (ZEE). In questa zona, lo stato costiero può esercitare diritti esclusivi sullo sfruttamento delle risorse naturali, come pesca, petrolio, gas o energia eolica offshore.

Tuttavia, non ha sovranità piena: la navigazione e il sorvolo devono essere garantiti ad altri stati, secondo le regole della convenzione.

  1. Piattaforma continentale
    È l’estensione naturale del territorio sottomarino di uno stato. Anche oltre le 200 miglia nautiche, se la piattaforma geologica continua, può essere richiesta una giurisdizione estesa. Qui si possono sfruttare i fondali marini, ma con limiti imposti dalla convenzione.
  2. Alto mare
    Tutto ciò che si trova oltre le 200 miglia è alto mare. In questa zona non esiste sovranità nazionale: è uno spazio internazionale, aperto alla libera navigazione e allo sfruttamento, ma regolato dal diritto internazionale. Le attività devono rispettare principi di equità, sostenibilità e cooperazione tra gli stati.

Chi decide le regole del mare?

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata da oltre 160 paesi, è gestita dalle Nazioni Unite sul diritto del mare, che ne supervisionano l’applicazione tramite enti come l’Autorità Internazionale dei Fondi Marini o il Tribunale per il Diritto del Mare.

Gli stati membri devono rispettare le norme e possono essere sanzionati in caso di violazioni. I conflitti tra paesi vengono risolti in sede diplomatica o giudiziaria.

Linee guida fondamentali del diritto del mare

Il diritto marittimo non si limita a dividere lo spazio. Prevede obblighi e doveri comuni, tra cui:

  • Protezione dell’ambiente marino
  • Salvaguardia della vita umana in mare, inclusi i soccorsi
  • Tutela della biodiversità
  • Cooperazione scientifica
  • Rispetto del principio di equa condivisione delle risorse

Questi principi devono essere rispettati da tutti gli stati, anche in alto mare.

Perché il diritto del mare è fondamentale oggi

In un mondo in cui le risorse marine sono sempre più sfruttate e le rotte marittime sempre più affollate, il diritto internazionale del mare è uno strumento vitale per garantire convivenza pacifica e tutela degli ecosistemi.

La crescente importanza di settori come l’acquacoltura, la pesca sostenibile, il trasporto marittimo e le energie rinnovabili offshore rende questo tema sempre più attuale. Anche le nuove sfide, come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità, richiedono un uso responsabile del mare, regolato da norme condivise.

Conclusione

Il mare non è solo uno spazio da attraversare: è un luogo vivo, condiviso, regolato da diritti e doveri che vanno conosciuti e rispettati. Le leggi del mare, nate dalla collaborazione tra singoli stati, istituzioni internazionali e organismi scientifici, ci ricordano che anche ciò che appare sconfinato ha bisogno di linee guida precise per garantire equilibrio, giustizia e tutela della vita umana e dell’ambiente.

Comprendere cosa dice davvero il diritto del mare ci aiuta a navigare con maggiore consapevolezza non solo tra le onde, ma anche tra i diritti, i doveri e le sfide globali che ci uniscono.

Noi di Aqua De Mâ crediamo che solo attraverso una conoscenza diffusa e accessibile del diritto internazionale del mare si possa davvero costruire un rapporto sano e responsabile con gli ecosistemi marini. Per questo ci impegniamo ogni giorno a divulgare contenuti che rendano il mare un tema aperto, comprensibile e centrale nel dibattito pubblico.