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Pesca a bolentino alle orate

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Quando si decide di pescare a bolentino solitamente si catturano saraghi, pagelli, boghe, sgombri e via dicendo. Quando invece si vuole puntare specificatamente alle orate, bisognerà prepararsi appositamente ed usare determinate strategie finalizzate alla pesca di questo nobile Sparidae.

Ecco tutto quello che è necessario conoscere per una vincente pesca a bolentino alle orate!

Attrezzature per la pesca a bolentino alle orate

Per prima cosa vediamo quali sono le attrezzature necessarie per la pesca a bolentino alle orate. Cominciamo con la scelta della canna da pesca.

La canna da pesca

La canna da pesca, possibilmente di alta qualità, dovrà essere in carbonio alto modulo e rinforzata ulteriormente con materiali speciali (anch’essi a base di carbonio) che la rendano sufficientemente elastica e flessibile.

Per quanto riguarda le dimensioni, nonostante chi pesca sui gommoni spesso utilizza canne corte (intorno ai 2 metri e mezzo), se si è in barca è consigliabile una canna dalle dimensioni maggiori, la cui lunghezza vada dai 4 ai 5 metri.

A seconda delle preferenze, la struttura della canna potrà essere con cimini ad innesto in nylon oppure a struttura totalmente telescopica.

L’anello

L’anello dovrà essere con pietra in Alconite o in SIC (silicio ad alta dispersione di calore), in modo da resistere al meglio alle abrasioni dovute allo sfregamento del monofilo sulla pietra dello stesso.

Il mulinello

Il mulinello dovranno essere a tamburo fisso e di una taglia intorno ai 4000 o 5000. Ancora una volta, prestate attenzione alla qualità: i componenti interni (come ad esempio i cuscinetti) dovranno essere affidabili e di buon materiale.

Madre lenza

Infine, sarà necessario procurarsi una madre lenza da avvolgere alla bobina del mulinello. Potrete scegliere fra monofilo o trecciato.

  • Nel caso si opti per un monofilo di nylon, basterà avvolgere circa 250 metri di un diametro di 0,25mm, possibilmente di tipo copolimerico che sia molto resistente all’abrasione e alla trazione;
  • per quanto riguarda invece il trecciato, quest’ultimo, a parità di resistenza, necessiterà di un diametro inferiore. Per fare un esempio: un trecciato la cui sezione sia pari a 0,17 è capace di reggere circa 8kg, esattamente quanto un monofilo di oltre 0,35mm. Rispetto al monofilo, il trecciato è più morbido e rigido, ma anche meno elastico e più propenso a provocare abrasione sugli anelli. Per questo motivo, nel caso si utilizzi un trecciato è importantissimo che gli anelli siano con pietra in Alconite o in SIC.

I terminali per la pesca a bolentino alle orate

Dopo aver brevemente parlato dell’attrezzatura necessaria per la pesca a bolentino alle orate, parliamo ora delle lenze terminali. In particolare, ci concentreremo su 3 tipi di finali.

  1. Primo finale:

Per realizzare il primo finale si deve congiungere, tramite una girella, il trave con uno spezzone di monofilo fluorocarbon lungo circa 3 metri e la cui sezione sia di 0,26-0,28mm. Successivamente, al capo libero del monofilo bisognerà fissare una girella a tre vie o uno snodo o attacco per bracciolo. Poi si dovrà fissare il piombo, il quale può essere di grammatura varia, da 10 fino a 80 grammi, secondo le necessità. La distanza tra il piombo e la girella a tre vie (o lo snodo) viene regolata da uno spezzone di 5 cm di monofilo dello 0,20. Il bracciolo, sempre in fluorocarbon, sarà invece lungo circa 3 metri, di una sezione variabile da 0,16mm fino a 23,5mm, a seconda del luogo in cui si vogliono pescare le orate. Infine, bisognerà fissare uno o due ami nel fondo, sullo stesso finale. In riferimento all’amo, ricordiamo che la dentatura dell’orata è molto forte, per cui bisognerà optare per una numerazione di 1 o 2 e di una forma ad artiglio di aquila.

  1. Secondo finale:

Il secondo finale ha le stesse caratteristiche del primo finale, ma bisognerà fissarvi un secondo attacco e un secondo bracciolo, ad una distanza di 120 cm circa. Ogni bracciolo avrà solo un amo e sarà lungo circa 90 cm.

  1. Terzo finale:

Infine, per realizzare il terzo finale bisogna inserire nel capo libero del trave una girella o una clip. A questa verrà applicata una piombatura leggera, a seconda della corrente, il cui peso potrà essere dagli 8 ai 30 grammi. Infine, bisognerà fissare la girella e 3 metri circa di fluorocarbon finale.

Dove e quando pescare l’orata a bolentino?

I fondali migliori per la pesca alle orate sono quelli prevalentemente sabbiosi, magari ricoperti di posidonia, o dal fondale misto tra maciottito e degradi ciottolosi. Gli hot spot si trovano prevalentemente vicino alle aree portuali o alle lagune, su fondali di circa 15 o 30m.

L’orata si può pescare tutto l’anno, ma i successi migliori si hanno sicuramente a primavera inoltrata, in estate ed in autunno. Inoltre, è bene ricordare che le orate si riproducono fra ottobre e dicembre: in questi mesi dunque si troveranno ad una profondità di circa 40 o 50 metri.

Le esche

Le orate mangiano un po’ di tutto, ma le esche più consigliate sono sicuramente il granchio, la cozza (intera), la sardina, il bibi, il calamaro e altri molluschi o vermi come l’arenicola o l’americano.

Come pescare l’orata a bolentino?

Ora che abbiamo visto quale sia l’attrezzatura necessaria, come creare i finali, quali esche utilizzare e dove pescare, vediamo finalmente qualche tecnica per la pesca a bolentino alle orate.

Per prima cosa bisognerà condurre l’imbarcazione vicino o sopra il cappello di una secca, dove il fondale sia idoneo per la pesca all’orata.

Prima di montare canne e lenze bisognerà procedere alla pasturazione. Dopo la pasturazione si potrà procedere con la sistemazione delle canne e con il calo delle lenze, così da osservare quale sia l’intensità della corrente.  Infine, bisognerà sistemare la zavorra giusta e si può finalmente iniziare a pescare le orate.

Solitamente le orate pescate a bolentino hanno un peso di circa 700 o 800 grammi, ma può capitare anche di pescare esemplari che abbiano un peso di uno o due chilogrammi!

Consigli finali per pescare l’orata

L’innata diffidenza dell’orata viene facilmente superata se l’esca le si presenta davanti agli occhi in modo naturale, come avviene ad esempio se si utilizza un finale unico sufficientemente lungo (ovvero di circa 3 metri). In questo modo l’esca seguirà i giochi della corrente in maniera fluttuante e naturale. Inoltre, affinché l’orata si senta tranquilla nel mordere l’esca sarà necessario che non avverta alcuna resistenza della zavorra sul fondo. Qui è dove si nota il punto di forza del piombo scorrevole e soprattutto del pescatore, il quale deve osservare attentamente la canna e, non appena questa si flette delicatamente, dovrà agire prontamente con una ferrata.

Tra i mesi di ottobre e dicembre, durante il periodo di riproduzione delle orate (ovvero quando sono a “montone”), queste possono essere localizzate in banchi in prossimità del fondale. In questo caso sarà necessario pescare con un finale a doppio bracciolo e doppio amo. Non appena le esche giungeranno sul fondo, bisognerà mettere leggermente in tensione la canna e agire con un’energica ferrata non appena le orate produrranno una leggera vibrazione su di essa.

Nel caso in cui vi siano altre prede simili può essere una buona idea quella di sostituire i terminali con un trave da 0,40mm, braccioli numero 2 da 0,38mm in fluorocarbon e doppio amo a bracciolo dei taglia 1 o 2.