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Che esca usare per l’orata

che esca usare per l'orata, le migliori

Prima di scoprire che esca usare per l’orata, andiamo a leggere qualche caratteristica di una delle prede più difficili e ambite per gli amanti della pesca: l’orata, infatti, è una creatura forte e diffidente. Viene considerata la regina dei pesci magri (insieme alle acciughe, alle spigole, al merluzzo, al rombo ecc.) ed è ricca di proteine. L’apporto di colesterolo è invece molto ridotto (solo 65 mg ogni 100 grammi), ed è per questo motivo che si tratta di un alimento consigliato per chi soffre di diabete e obesità, oltre a essere ovviamente adatto nelle diete ipocaloriche.

Per quanto riguarda proprio le calorie, anch’esse sono ridotte: parliamo di 135 calorie ogni 100 grammi. È inoltre ricca di micronutrienti, come sali minerali (soprattutto fosforo, ferro e calcio) e vitamine. Considerato un pesce di medie dimensioni, l’orata raramente supera i 40 centimetri e ha un peso medio in età adulta di 400 grammi (anche se ci sono esemplari che possono superare anche il chilo). Il suo nome deriva dalla sua peculiare linea dorata situata fra gli occhi.

È ben riconoscibile anche per il suo corpo ovale compresso e leggermente allungato, per la bocca piccola, dotata di denti aguzzi, il muso tozzo e gli occhi grandi. Anche i fianchi sono dorati, mentre il ventre è argenteo e il dorso azzurrognolo. Si tratta di un pesce pregiato dalle carni magre e saporite, ed è, come abbiamo visto, straordinario dal punto di vista nutrizionale. Grazie al suo gusto delicato, questo pesce si presta facilmente alla preparazione di diverse ricette.

Dove si può catturare?

L’orata è molto diffusa nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico occidentale ed è un pesce prevalentemente costiero (vive solitamente tra i 5 e 150 metri dalla costa), che frequenta sia fondali duri che sabbiosi. È una specie eurialina, ovvero sopporta le variazioni di salinità: può insediarsi infatti anche nelle lagune e negli estuari.

Le migliori esche per la pesca all’orata

  • Molluschi (cozze, murici e cannolicchi): la cozza è considerata una delle migliori esche per la pesca all’orata. Si tratta, infatti, di un mollusco particolarmente gustoso e si trova proprio negli ambienti a metà tra sabbia e scogli (che le orate preferiscono frequentare). Le cozze sono inoltre facilmente reperibili e a basso prezzo sul mercato e, soprattutto, sono gli alimenti base delle orate nelle zone portuali. Si possono innescare sia intere che sgusciate, spesso anche sotto sale per essere più resistenti al lancio. Per insidiare i pesci più grandi, è necessario preparare un grande boccone sull’amo, in modo tale che le orate più piccole non riescano a ingoiarlo. I murici si trovano nelle zone portuali come le cozze, nei fondali rocciosi e lungo i bordi delle scogliere (sia naturali che artificiali). Fanno parte anch’essi della dieta delle orate, e s’innescano privati del loro durissimo guscio, innescandone anche più di uno per volta… attenzione, però, a nascondere bene l’amo! Questa esca si rivela efficace su fondali rocciosi e misti, ma è poco producente su fondali sabbiosi. I cannolicchi invece vivono sotto la sabbia, e possiamo riconoscere la loro “tana” tramite i buchi sul fondale. Considerate che le orate più grosse riescono a estrarre il cannolicchio dalla tana e cibarsene spaccando il loro guscio. Il cannolicchio si innesca sia intero che privo del guscio, tramite un ago da innesco: è meglio aiutarsi con del filo elastico per rendere un po’ più solido il tutto.
  • Vermi marini (bibi, coreano, arenicola): cominciamo dal primo, il bibi, che è una delle esche più comuni per le orate ed è molto efficace con il mare mosso. Potete utilizzare sia quello selezionato (ovvero quello classico, presente nelle scatolette), sia quello detto “bibi da coffa”. Quest’ultimo è di dimensioni più generose e si può innescare a pezzi o intero. Un consiglio che vi diamo è quello di fare sempre attenzione a non perdere il liquido al suo interno. Il verme coreano è l’anellide più venduto in Italia per la pesca in mare. Si presenta come verde scuro sul dorso e rossastro sul ventre. Il suo più grande pregio è la mobilità (per tale caratteristica è conosciuto anche con il nome di saltarello), che riesce a mantenere per un discreto tempo anche una volta immerso in acqua. L’arenicola è invece la regina del beach ledgering: si tratta di una tecnica di pesca che si pratica a mare calmo o leggermente mosso, in assenza di condizioni meteo marine avverse. L’arenicola è un verme molto delicato, e se decidete di innescarlo a pezzi, tagliatelo a partire dalla coda. Ricordatevi, inoltre, di conservarla in frigo durante l’estate, e nel caso in cui doveste trasportarla in una borsa frigo, dovrete evitare il contatto diretto tra scatola e siberini. Durante i mesi estivi si può conservare al massimo per tre giorni, mentre in inverno per qualche settimana, cambiando l’acqua (di mare) una volta ogni sette giorni circa.
  • Bigattino: è un’esca molto amata dai pescatori a bolognese e inglese (e anche dall’orata…). A differenza degli altri utilizzi comuni del bigattino (uno o due esche al massimo), nel caso delle orate può risultare più producente il ciuffo di bigattini, che si adatta meglio a essere poggiato sul fondo (rigorosamente sabbioso).
  • Sarde o sardine: in molti usano la sardina congelata, perché si presenta leggermente più morbida e induce l’orata ad abboccare più facilmente. Per innescare la sardina bisogna privare della testa l’esca e inserire l’amo nel suo corpo, collocando il 51-80 nella sua parte più carnosa ed effettuando anche un nodo nella parte inferiore (la coda).
  • Crostacei (gamberetti, granchio vivo): il granchio è il re indiscusso delle esche per orate, soprattutto per quelle di taglia. Si innesca in svariati modi, ma il più utilizzato è ovviamente il granchio vivo.
  • Esche siliconiche per lo spinning all’orata (a forma di gamberetti o di piccoli pesci).

Sperando di avervi aiutati nel capire quale esca per le orate scegliere, vi ricordiamo che se non avete tempo per la vostra pesca, potete far affidamento sull’azienda Aqua: essa vanta una produzione di orate e branzini qualitativamente ottima e un ciclo di allevamento in condizioni del tutto simili a quelle naturali in cui vivono i pesci selvatici.