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4 poesie sui pesci - Aqua De Mâ

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4 poesie sui pesci

Selezione di poesie sui pesci, mare

La poesia è uno strumento di riflessione e bellezza, capace di connetterci con la natura e le sue meraviglie in modo profondo. Tra i temi che hanno ispirato diversi poeti, i pesci occupano un posto particolare: simbolo del legame tra l’uomo e l’acqua, alcuni scrittori li hanno interpretati come metafore di vita, di adattamento e trasformazione, esplorando la loro importanza non solo nell’ecosistema, ma anche nell’immaginario umano.

Ecco una raccolta di 4 poesie sui pesci di autori italiani e stranieri.

Noi pesci (Herman Melville)

Autore celebre per aver scritto Moby Dick, in questa poesia racconta la vita mediante la metafora del mare e dei pesci.

“Noi pesci, noi pesci, allegramente nuotiamo,
senza badare al compagno o al nemico.
Le nostre pinne sono forti,
le nostre code sono fuori,
mentre per i mari andiamo.     

Pesci, pesci, siamo pesci con branchie rosse.
Nulla ci turba e freddo è il nostro sangue:
Siamo ottimisti per i nostri guai,
che a esser branco ogni pesce è eroe. 

Non badiamo a cosa sia questa vita
che seguiamo, questo fantasma sconosciuto;
incredibilmente bello è nuotare, —
Così nuotiamo lontano, facendo la schiuma.
Questa strana cosa intorno a noi,
non per salvarci fuggiamo al suo fianco: —
È così ambigua la sua ombra, tutto qui —

Notiamo soltanto dal suo lato di sottovento.
E quanto alle anguille là sopra,
e quanto agli uccelli nell’aria,
non ci curiamo di loro né delle loro rotte,
mentre andiamo gioiosamente lontano! 

Noi pesci, noi pesci, allegramente nuotiamo,
senza badare al compagno o al nemico.
Le nostre pinne sono forti,
Le nostre code sono fuori,
mentre per i mari andiamo.” 

Pesce (Paul Eluard)

Nel 1920 il poeta francese Paul Eluard (1895 – 1952) pubblicò la raccolta di poesie “Les Animaux et leurs Hommes”, da cui è tratta la seguente:

“I pesci, chi nuota e le barche

trasformano l’acqua.

Dolce è l’acqua e non si muove 

se non c’è chi la tocca.

Il pesce avanza  

come dito nel guanto.

Danza lento chi nuota

e la vela respira.

Però l’acqua dolce si muove 

se pure la tocchi:

per il pesce, per chi nuota, per la barca

che lei porta

e che pure riporta.”

Pesci! Pesci! (Gianni Rodari)

Noto scrittore, giornalista e poeta italiano, Gianni Rodari attraverso le sue opere ha contribuito a rinnovare la letteratura per ragazzi. Ecco una sua poesia sui pesci:

“Pescatore che vai sul mare,

quanti pesci puoi pescare?

Posso pescarne una barca piena

con un tonno e una balena,

ma quel ch’io cerco nella rete

forse voi non lo sapete:

cerco le scarpe del mio bambino

che va scalzo, poverino.

Proprio oggi ne ho viste un paio

nella vetrina del calzolaio:

ma ce ne vogliono di sardine

per fare un paio di scarpine…

Poi con due calamaretti

gli faremo i legaccetti.”

L’Anguilla (Eugenio Montale)

L’ultima delle poesie sui pesci che proponiamo fa parte della raccolta La bufera ed altro ed è stata composta da Montale nel 1948. Questi versi sono ricchi di metafore e allegorie: il paesaggio arido, desolato e inospitale è quello della vita, e solo le forze della vitalità, rappresentate dall’anguilla (tipo di pesce che vive nei mari ma anche nelle acque dolci), possono resistere e consentire la sopravvivenza. La capacità di sopravvivere dell’anguilla alle condizioni avverse mette in luce il tema della vita che rinasce quando tutto sembra essere finito.

“L’anguilla, la sirena

dei mari freddi che lascia il Baltico

per giungere ai nostri mari,

ai nostri estuari, ai fiumi

che risale in profondo, sotto la piena avversa,

di ramo in ramo e poi

di capello in capello, assottigliati,

sempre più addentro, sempre più nel cuore

del macigno, filtrando

tra gorielli di melma finché un giorno

una luce scoccata dai castagni

ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,

nei fossi che declinano

dai balzi d’Appennino alla Romagna;

l’anguilla, torcia, frusta,

freccia d’Amore in terra

che solo i nostri botri o i disseccati

ruscelli pirenaici riconducono

a paradisi di fecondazione;

l’anima verde che cerca

vita là dove solo

morde l’arsura e la desolazione,

la scintilla che dice

tutto comincia quando tutto pare

incarbonirsi, bronco seppellito;

l’iride breve, gemella

di quella che incastonano i tuoi cigli

e fai brillare intatta in mezzo ai figli

dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu

non crederla sorella?”

Attraverso queste poesie sui pesci viene sottolineata la connessione profonda tra l’uomo e la natura. In questi versi dei poeti i pesci diventano simbolo di libertà e resilienza e ci offrono uno sguardo unico sul mondo acquatico.