Praticare la pesca alle orate con le cozze è utile per avere un minimo di selezione sul pesce che si vuole pescare, dato che pochi pesci hanno una dentatura forte come quella dell’orata e tale dunque da rompere il guscio del mollusco. Questo vale ovviamente solo per la pesca alle orate con le cozze chiuse: utilizzare invece le cozze come esche aperte può essere un’altrettanto ottima idea, ma pescherete probabilmente una varietà molto più ampia di pesci.
Fra le varie esche, la cozza è sicuramente una delle più naturali in mare, poiché i pesci possono reperirla con molta facilità ed in grande quantità. Per questo motivo è di fondamentale importanza andare a pesca alle orate con le cozze in un’area in cui queste siano presenti naturalmente.
Per quanto riguarda invece la scelta delle cozze, potrete acquistarle tranquillamente in un qualsiasi supermercato: circa 4 o 5 Kg saranno sufficienti per l’intera battuta.
L’attrezzatura
Per la pesca alle orate con le cozze è necessaria un’attrezzatura resistente e di qualità. La bolognese deve essere di una lunghezza tale che permetta di pescare sotto la punta della stessa; occorrerà poi abbinarci un mulinello misura 3000 caricato con dello 0.20 senza memoria.
È importante poi che anche ami e terminali siano scelti accuratamente: un numero 8/10 ad occhiello per gli ami ed un 0.18/0.16 per i terminali. Al nylon è preferibile il fluorocarbon, in quanto è maggiormente resistente all’abrasione e permette di salire di qualche centimetro nel diametro del terminale.
Per quanto riguarda invece i galleggianti, bisognerà scegliere dei segnalatori da 2 a 4 grammi che abbiano una forma a pera rovesciata nel caso di corrente e forma ellittica o a goccia nel caso di mare calmo.
Infine, per quanto riguarda la geometria della zavorra: una torpille che tara il segnalatore al 70% ed una spallinata che termina al nodo del terminale.
Gli inneschi
Vi sono numerosissimi sistemi di inneschi, alla fine ognuno finisce un po’ per trovare il proprio e affidarsi sempre a quello. Di seguito proporremo alcune opzioni:
- L’innesco più classico si ottiene aprendo la cozza con l’aiuto di un coltello robusto, staccando il mollusco ed innescando la cozza trafiggendola più volte sul ferro. Questo innesco è molto semplice, ma non seleziona specificamente l’orata e può essere anzi molto appetibile anche per i pesci piccoli.
- Una secondo innesco si prepara aprendo la cozza e staccando via la valva vuota, in cui non è attaccato il mollusco. Poi, con cura e attenzione, si procede inserendo l’amo nel punto in cui il tendine del muscolo è attaccato alla valva rimasta (quindi in prossimità della parte più stretta del guscio). Si procede poi cucendo la polpa con amo e filo un paio di volte, fino ad ottenere un innesco formato dalla polpa e da mezzo guscio.
- Un terzo innesco si può creare aprendo la cozza senza staccare completamente le due valve. Sempre con l’aiuto di un coltello bisognerà poi staccare via la polpa e avvicinarla verso il punto in cui le due valve sono attaccate. Si passa poi l’amo nella polpa, completando con del filo elastico in prossimità della paletta.
La pasturazione
Così come abbiamo detto per quanto riguarda l’innesco, anche per la pasturazione esistono tantissimi sistemi e teorie e alla fine ogni pescatore trova il proprio e ci si affeziona. È importante però avere le idee ben chiare prima di scegliere come pasturare e quanto.
La prima cosa da fare è scoprire se dove vi è una considerevole presenza di cozze si riesce anche a pescare in abbondanza. O, per dirla al contrario, se nel punto in cui sapete di voler andare a pescare è naturalmente presente una grande quantità di cozze. In caso affermativo, abbondare con la pasturazione non sarebbe conveniente, ma ci si potrà limitare a gettare in acqua di tanto in tanto qualche mitile aperto con un coltello dalla lama resistente, così che i pesci che arrivano siano invogliati a fermarsi per mangiare.
Il caso è diverso se nel punto che avete scelto come spot di pesca non vi è una grande presenza naturale di cozze. In questo caso può essere una buona idea eseguire la pasturazione preventivamente, affondando cozze leggermente aperte con l’uso di un coltello. Sarà poi necessario continuare a pasturare con costanza e regolarità, specialmente immediatamente dopo aver catturato un’orata o dopo una mangiata, poiché con molta probabilità vi sarà un banco più o meno numeroso di pesci della stessa taglia.
La pesca
Parliamo infine della pesca alle orate.
La prima regola per avere successo nella pesca alle orate con le cozze è misurare il fondale davanti alla postazione. Il fondale dovrà essere misurato alla perfezione. Quando si deve innescare la cozza, infatti, l’esca deve essere quasi appoggiata al fondo, ma non sempre questo è valido e nulla deve mai essere casuale. È allora importantissimo capire alla perfezione quale sia la morfologia del fondale ed individuale eventuali dossi o buche e sfruttare tutto per la propria battuta di pesca.
Nel caso in cui si peschi nelle vicinanze di catenarie è meglio evitare di poggiare l’esca di cozza sul fondo, in quanto in queste aree i pesci sono abituati a trovare le cozze attaccate alle catene o al muro. Sarà allora più redditizio pescare vicino alle catene e ai manufatti, innescando magari unicamente la polpa.
Se invece procedete con il secondo o il terzo innesco che abbiamo descritto, ovvero con una o con due valve, è meglio pescare tenendo l’esca appoggiata al fondo, ma sempre senza esagerare. È importante essere sempre nelle condizioni di vedere il galleggiante muoversi non appena il pesce morde l’esca.
È utile inoltre tenere conto che la mangiata di un pesce di grossa taglia è tipicamente decisa: dopo una o due tocche il galleggiante si inabissa velocemente. Per questo motivo la ferrata dorà essere anch’essa decisa.