Un mondo sommerso, una miriade di colori e forme, un universo apparentemente silenzioso, ma intriso di storie di sopravvivenza, di sfide costanti e di strategie ingegnose. Proprio come le creature terrestri, i pesci hanno intessuto una fitta rete di risposte evolutive per prosperare nei più disparati ambienti.
Ma quando il pericolo si avvicina, quando l’ombra di un predatore incombe, quali segreti celano le acque? Quali inaspettate risorse mettono in campo questi abitanti per garantirsi un guizzo di vita?
In questo approfondimento scopriamo insieme come si difendono i pesci e l’efficacia delle loro tecniche di difesa. Preparatevi, ci sarà da sorprendersi!
Le tecniche di difesa dei pesci
I pesci nella loro evoluzione hanno sviluppato una vasta gamma di meccanismi di difesa particolari per proteggersi dai predatori e dalle minacce del loro ambiente.
Vediamo una a una le diverse tecniche.
Velocità
Vi sarà capitato una miriade di volte di vedere i pesci sfrecciare in acqua. Ebbene, dovete sapere che la velocità è un metodo di difesa per sfuggire ai predatori. Pesci piccoli e grandi hanno questa capacità.
Agire in gruppo
Certi pesci si difendono grazie ai comportamenti di gruppo che vengono messi in atto in risposta a potenti stimoli esterni. Nuotando in grandi banchi, infatti, riescono a confondere i predatori e rendere più difficile per loro individuare il singolo pesce. Aprendosi a ventaglio o a fontana per poi richiudersi alle loro spalle o scappare disperdendosi in varie direzioni.
Questo comportamento è tipico delle orate e dei branzini.
Protezione
Altri pesci possiedono una vera e propria armatura che li rende difficilmente attaccabili da parte di altre specie. Pensate, ad esempio, alle specie che possiedono squame o spine sulla pelle che gli consentono di resistere a potenziali attacchi.
Veleno
Considerate le tantissime specie che abitano i mari, ce ne sono alcune che si difendono attraverso il veleno. Più nello specifico si tratta di tossine di vario tipo per difendersi dai predatori o per cacciare le prede. Un esempio è la tracina, nota anche come pesce ragno che vive nel Mediterraneo e lungo le coste italiane.
Questo pesce, durante la stagione estiva, vive sui fondali sabbiosi o fangosi e risulta molto semplice calpestarlo incappando nelle spine che ha lungo il dorso e sugli opercoli. Gli aculei sono collegati a ghiandole velenifere che secernono un veleno che causa dolori come crampi, nausea e svenimenti.
Non solo, anche il pesce più bello del mondo utilizza questa tecnica per proteggersi!
Camuffamento
Infine, i pesci sono bravi a giocare a nascondino! Molti di loro sono abili nel camuffamento e riescono a mimetizzarsi con l’ambiente che li circonda. Un esempio comune è il rombo la cui pelle è ricoperta di cromatofori.
Insomma, la sopravvivenza è un’arte affinata nel tempo. Dalla rapida fuga al potere dell’unione, i pesci dimostrano una capacità innata di adattamento di fronte al pericolo.
Salto
Alcuni pesci, infine, sono abili nel salto per sfuggire dai predatori. Si tratta di un movimento improvviso in grado di confondere e destabilizzare l’aggressore.
Osservare queste strategie di sopravvivenza ci permette di comprendere quanto sia preziosa e complessa la vita nei mari. Tuttavia, le minacce per i pesci non provengono solo dai predatori naturali, ma anche dall’impatto umano sugli ecosistemi acquatici. L’inquinamento e il cambiamento climatico mettono a dura prova la loro capacità di adattamento.
Per questo motivo è necessario agire in modo sostenibile, proprio come Aqua De Mâ, riconosciuta per l’assoluta assenza di impatto ambientale. I nostri impianti di maricoltura off-shore producono orate e branzini nel pieno rispetto dell’ambiente, con qualità e gusto eccellenti.