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Come conservare orata cotta

Come conservare orata cotta?

Cosa c’è di meglio di un pranzo a casa con amici a base di pesce fresco?

Potete grigliare, fare al cartoccio, lessare, ma mi raccomando: l’orata non può mancare! Ancora meglio se si scelgono orate pregiate e saporite, come le nostre Aqua De Mâ, perfette per sorprendere i vostri ospiti con un gusto delicato e un sapore prelibato.

Spesso capita di comprare più pesce di quello che poi effettivamente si mangia, per paura che qualcuno vada via con lo stomaco ancora brontolante. Niente paura, il pesce avanzato non andrà sprecato: sarà accuratamente conservato! Per garantire una corretta conservazione, però, bisogna fare attenzione ad alcune accortezze: con il pesce fresco non si scherza.

Prima di vedere come conservare l’orata cotta, però, partiamo dal principio: come cucinarla?

Come cucinare l’orata?

L’orata può essere preparata in vari modi, tra cui grigliata, saltata, al forno, in umido, bollita e fritta. Per approfondire vediamo le varie tecniche culinarie.

La cottura alla griglia

Durante la cottura alla griglia è necessario avvicinare l’orata ad una fonte di calore, come fiamme di gas o braci di carbone. Il pesce deve essere oliato prima della cottura ed è preferibile lasciarlo marinare preventivamente per qualche ora in un composto di olio, sale, succo di limone e, per gli amanti del piccante, peperoncino in polvere.

La cottura al forno

Per chi invece non ha un camino o un barbecue, o semplicemente preferisce un altro metodo di preparazione, si può optare anche per una comoda cottura in forno, dove si può avvolgere l’orata in un foglio di carta stagnola per preparare il cosiddetto pesce al cartoccio o si può ricoprire il pescato da uno strato di sale (da cui il nome in crosta di sale).

Ancora: la cottura al salto. Funziona bene, oltre all’orata, con carni di pesce magre come trota, salmone e sogliola. Oppure si potrebbe scegliere di fare la nostra orata in umido, lessata o, per i più golosi, fritta.

Come conservare l’orata cotta?

Secondo le linee guida di base, gli alimenti preparati deperibili non dovrebbero mai essere conservati a temperatura ambiente per più di due ore dopo la preparazione. Hanno bisogno di essere porzionati e conservati in frigorifero o refrigerati se non consumati subito.

Proprio per questo, vediamo come conservare l’orata, sia cruda che cotta. Seguendo questi semplici consigli, anche nei periodi più frenetici in cui è difficile prevedere quando ci si potrà rilassare a casa, riuscirete a godervi un buon piatto di pesce in totale sicurezza.

Forse non ricordate che i ripiani del frigorifero non sono tutti uguali. Infatti, nel ripiano più basso (sopra il cassetto della frutta e della verdura) si dovrebbero riporre gli alimenti più delicati, ovvero pesce e carne cruda, in quanto è la zona del frigo più fresca e in questo modo se ne evita la degradazione. Salendo verso l’alto si dovrebbero mettere avanzi cotti, yogurt, succhi e altri cibi e bevande più duraturi.

Dopo averla cucinata, ecco come conservare l’orata cotta.

Prima di tutto riponete l’orata in un contenitore. Questo evita sia la disidratazione che il rilascio degli odori del pesce all’interno del frigo, il che intaccherebbe gli alimenti già presenti (un rischio che si corre nel caso di frigoriferi ventilati).

Poi, riponete il contenitore in frigo nel ripiano apposito e si può conservare per 3 o 4 giorni.

La chiave per preservare al meglio il gusto e la freschezza risiede nei passaggi precedenti la refrigerazione: è fondamentale effettuare una giusta cottura e lasciare raffreddare il contenitore prima di riporlo in frigo.

Come conservare l’orata cruda?

Il tempo di conservazione prima che il pesce fresco produca cattivi odori è di circa sette giorni, dopo i quali inizia a perdere le sue qualità e alla fine forma acido solforico e formaldeide, i responsabili dell’odore sgradevole.

Tuttavia, per conservare quanto più possibile il suo valore nutritivo, è fortemente consigliato consumarlo entro 24 ore dall’acquisto.

Ma bando ai preamboli, passiamo finalmente alla pratica. Assicuratevi di pulire l’orata accuratamente prima di riporla nella sezione più fredda del frigorifero, rimuovendo eventuali tracce di sangue o organi interni, facendolo scorrere sott’acqua e mettendola in un colino per drenare l’acqua rimanente.

Attenzione anche a ripulire bene il lavandino, per scongiurare la proliferazione di batteri e odori in cucina. Dopodiché dividete l’orata in porzioni, asciugatela bene con carta assorbente, quindi trasferitela in un contenitore foderato con carta assorbente e sigillato con un coperchio o pellicola per alimenti. Riponete in frigorifero.

Come conservare l’orata in freezer

Abbiamo visto come l’orata possa essere conservata in frigorifero, ma nel caso non si avesse la certezza di quando avverrà il consumo del pesce, occorre procedere al congelamento, in modo da avere la libertà di cucinarlo quando più lo desideriamo ed evitare gli sprechi.

Non preoccupatevi: il pesce congelato presenta somiglianze con il pesce fresco in termini di nutrizione; infatti, ha le stesse proteine e digeribilità del pesce refrigerato. Si può verificare una leggera perdita di aminoacidi, vitamine e sali minerali. Con il congelamento, il pesce magro dovrebbe essere conservato per 9-12 mesi, mentre il pesce grasso può durare per 4-6 mesi. Attenzione però: dopo averlo scongelato, il pesce non può essere ricongelato. Ecco perché è preferibile porzionare l’alimento in vista del congelamento.

Un’altra opzione, per chi si diletta in cucina, è quella di procedere anche a un essiccamento o a una marinatura; oppure si può fare una salatura o, ancora, l’orata può essere inscatolata.

Nella salatura, per ottenere l’effetto di conservazione per qualche mese, il sale ha bisogno di tempo per penetrare nella carne. Pressare il pesce o utilizzare una salamoia liquida potrebbe accelerare questo processo. Per quanto riguarda la marinatura, antica tecnica, il pesce viene tenuto immerso in una miscela di sale, olio, aceto, limone e occasionalmente zucchero, oltre ad erbe profumate e spezie. Non è conservabile a lungo termine.

L’inscatolamento gode della conservazione più lunga: quattro o cinque anni in magazzino. Tuttavia, le alte temperature degradano le proteine dal punto di vista nutrizionale.