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Quando pescare le orate?

quando pescare le orate

Conosciamo meglio le orate

L’orata è uno dei pesci più pregiati del Mediterraneo e tra i più consumati in Italia. Si presta a diversi tipi di preparazioni, a seconda delle dimensioni e della provenienza. Le orate fresche possono essere consumate crude (sushi, carpaccio), al forno (al cartoccio), ai ferri (con carbone o legna), lessate o al vapore (in pentola a pressione).

Il loro nome scientifico è Sparus aurata, e sono pesci ossei della famiglia delle Sparidae: il loro nome deriva dalla caratteristica striscia dorata posta vicino agli occhi, sebbene un’altra loro peculiarità siano le chiazze nere nella parte superiore degli opercoli. Si tratta di animali solitari che, però, si possono trovare anche in piccoli branchi. Vivono soprattutto lungo le zone costiere, a non più di 30 metri di profondità, dove grufolano alla ricerca di piccoli molluschi e crostacei. Per pescare questo pesce bisogna conoscerne l’habitat principale, ovvero le coste del Mediterraneo e dell’Atlantico orientale, dalle isole britanniche a Capo Verde.

Prima di capire quando pescare le orate, vediamo qualche altra caratteristica che potrebbe esservi utile. Queste creature sono sensibili alle basse temperature (per loro sono letali le temperature inferiori ai 4° C), per cui prediligono vivere tra fondali sabbiosi e fondali duri, e tenderanno a migrare quando le temperature scenderanno al di sotto dei 16/18°. Nonostante siano dei pesci di acqua salata, tollerano bene le acque salmastre e gli sbalzi di salinità, pertanto è comune avvistarle nei pressi di foci fluviali (zone ricche di nutrienti, dove le orate possono risalire il fiume anche per un centinaio di metri).

In genere, ricordatevi che tutte le spiagge vicine agli estuari sono dei buoni luoghi per la pesca a fondo dell’orata. Altro punto di interesse sono le spiagge in prossimità di scogliere sommerse, come quelle situate tra due promontori. Un altro luogo dove è possibile insidiarle sono le zone portuali (dove in molti si appostano muniti di galleggiante e bigattino, o tentando la pesca a fondo dai vari moli).

I momenti più propizi

Questo pesce è presente tutto l’anno lungo le coste e le lagune salmastre: tuttavia, gli esemplari più grossi, raggiungono le coste (dalle secche e dai prati di posidonia, che si trovano al largo) in primavera-estate, da aprile a settembre, quando l’acqua del mare è più calda grazie all’alta pressione e alle belle giornate.

I mesi estivi consigliati per insidiare l’orata sono senz’altro giugno e luglio, entrambi con temperature gradevoli, ma privi delle numerose imbarcazioni e bagnanti che in agosto tendono a disturbare questo pesce e la sua cattura. I momenti migliori della giornata sono l’alba, il tramonto e la notte, in cui lo sparide d’oro esce per mangiare.

E per quanto riguarda le ore più propizie? Si consigliano le prime luci dell’alba fino alle sette del mattino, ma anche nelle ore centrali della giornata (dalle dieci del mattino alle cinque del pomeriggio), per poi riprendere al calar del sole.

Per la pesca a fondo dalla riva sono per lo più settembre e ottobre i mesi favoriti, quando le spiagge sono più libere. Da ottobre in poi comincia anche la stagione della riproduzione, per cui le orate (tendenzialmente sospettose e diffidenti) spinte dal bisogno di proteine per le loro uova, baderanno meno all’esca che userete.

Novembre, dicembre e gennaio sono senz’altro i mesi peggiori per la pesca a fondo dell’orata, dove le acque gelide scoraggeranno gli esemplari ad andare alla ricerca di cibo; l’unico momento che potrebbe fare eccezione è quello in cui il mare è in scaduta. Per cui, se volete tentare la pesca all’orata in questa situazione svantaggiata, armatevi di pazienza. Per quanto riguarda le condizioni meteo, si pesca bene sia con mare calmo che in scaduta, mentre per la pesca a fondo l’ideale è avere una leggera maretta a smuovere il fondale.

Tecniche di pesca ed esche

Tra le tecniche di pesca favorite dai pescatori sono comuni sia quella del beach ledgering (adatta ai principianti e ai bambini), sia il surfcasting (più tecnica) che la pesca a fondo.

La pesca a fondo dell’orata si può svolgere da imbarcazioni di modeste dimensioni, in quanto può avvenire a 400-500 metri dalla riva, e a profondità inferiori ai 5 metri. Si utilizzano solitamente canne telescopiche o a tre pezzi, di 4,5 metri, robuste e con peso contenuto; mulinelli medio grandi 6000/7000 con una buona frizione, capaci di caricare grosse quantità di monofilo dello 0,25. Il terminale di 0,18\0,20, lungo un metro e mezzo, aiuterà la cattura.

Tra le migliori esche per orata troviamo il bigattino, ma anche misture di farine come il pellet e la pastura. Queste prede non disdegnano nemmeno esche come cozze, gamberi, cannolicchio e vermi marini come il bibi, l’americano, il coreano, l’arenicola e il muriddu.

La pastura è ottima come richiamo per le orate: vi consigliamo di seguito la ricetta della pastura al formaggio fatta in casa.

Ingredienti:

  • Due spicchi di aglio tritato
  • Quattro cucchiai di olio d’oliva
  • Quattro uova
  • 300 g di formaggio pecorino grattugiato, parmigiano o provolone
  • 1 kg di farina di tipo 00

Preparazione:

  • Per prima cosa bisogna lasciare macerare, per qualche ora, i due spicchi d’aglio nei quattro cucchiai d’olio.
  • Nel frattempo unire in un recipiente la farina e il formaggio grattugiato, mescolandoli insieme.
  • In un contenitore a parte, di dimensioni maggiori, bisogna rompere le uova e sbatterle con la forchetta, mentre si aggiunge l’olio messo precedentemente a riposare con l’aglio.
  • Infine, bisogna aggiungere lentamente il composto di farina e parmigiano, fino a ottenere una pastella compatta e lavorabile con le mani.

La pastura ottenuta si potrà conservare in frigo per qualche giorno, riposta in un recipiente ben chiuso, altrimenti congelarla per poi utilizzarla all’occorrenza.

Una curiosità finale

Conoscete quali sono i nomi dialettali dell’orata? Ve ne diciamo alcuni:

  • In Campania l’orata è detta Dorata o Orata;
  • in Liguria è conosciuta come Ouè, Oggià, Oà;
  • in Puglia Bandicedde o Bannicella;
  • in Sardegna Cannina, Carina o Caniottu;
  • in Sicilia Sau-vidicchiu, Aurata, Arata;
  • in Veneto “Orada de la corona”;
  • nel Friuli Venezia Giulia è chiamata Orada o Palassiola.